
E' successo. E' successo di nuovo. Ieri sera. Mi sono trovata in mano una putrida confezione, contenente ormai solo rimasugli di cibo, realizzata con un non identificato materiale e non sapevo in quale sacchetto gettarla. Eppure dovrei sapere. Ho ripassato un sacco di volte la lezioncina: plastica e lattine → sacco giallo; avanzi di cibo → sacco nero; carta e giornali → bidone bianco condominiale; vetro → bidone verde condominiale. Ma esiste sempre qualcosa di non catalogabile. E la ruota dei dubbi ricomincia a girare.
Ho deciso che inventerò una mia personale raccolta differenziata... che so, in base ai colori, come si fa con il bucato, bianchi, colorati e capi scuri. Oppure seguendo la hit parade suggerita dalle mie papille gustative, che va dal sacco "gourmet" da cinque forchette a quello "da vomito" da zero forchette. Una sorta di Gambero rosso della rumenta.
1 commento:
Quando non sai dove buttare qualcosa, buttalo nell'indifferenziata, o secco come lo chiamano alcuni. ciao
Posta un commento